Pomodoro di Pachino IGP (e non pomodoro Pachino) da mille e una ricetta

9 Ott, 2019
pomodoro di pachino

Il pomodoro di Pachino non è il pomodoro Pachino: può sembrare una frase amletica ma, in realtà, svela nella sua semplicità una differenza sostanziale, seppur poco nota. Il pomodoro di Pachino è, infatti, un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta), riconosciuto come tale proprio perché nasce, cresce e viene raccolto nella zona di Pachino, Portopalo, Noto e Ispica, in provincia di Siracusa.

“Quando al supermercato si legge pomodoro Pachino, – spiega Francesco Campisi, titolare, insieme al figlio Paolo, del ristorante di pesce a Roma, in viale Somalia, e del negozio Campisi Conserve adiacente – la mancanza della preposizione “di” significa, appunto, che quel prodotto non è il vero pomodoro di Pachino IGP; la legge consente, infatti, di richiamare nel nome la qualità, generando un po’ di confusione tra i consumatori”.

Cosa rende unico il pomodoro di Pachino IGP?

Pachino si trova in una zona agricola in cui un mix di fattori (terreno, luce, temperatura, qualità delle acque di irrigazione) si sommano, ripercuotendosi positivamente sul prodotto, rendendolo più saporito, più resistente e profumato. Anche l’elevata quantità di antiossidanti va attribuita alla peculiarità del territorio di produzione. A Pachino, infatti, l’esposizione prolungata delle piante ai raggi del sole sembra essere all’origine della sintesi del Licopene, un antiossidante che, recenti studi, hanno stabilito avere importanti proprietà antitumorali. E’ proprio il Licopene a dare al pomodorino di Pachino quel caratteristico colore rosso.

E proprio perché buono e sano, il pomodorino di Pacino è diventato un prodotto di punta del nostro made in Italy; preso in prestito dalla tradizione culinaria siciliana, questo dolcissimo ortaggio spopola ormai in tutte le cucine, italiane e non solo.

Il pomodoro di Pachino Campisi Conserve: facile, veloce e pronto all’uso (anche a ristorante)

Tonno con pomodoro ciliegino in olio d’oliva, pomodoro ciliegino e datterino secco e semisecco, concentrato di pomodoro, sugo di pomodoro con basilico, passata e salsa pronta; e ancora pesto e patè di pomodoro ciliegino; sono alcuni dei più noti prodotti Campisi Conserve, realizzati appunto con il prodotto IGP tipico della terra d’origine dell’azienda, Marzamemi, in provincia di Pachino.

salsa pronta pomodoro di pachino campisi conserve“Il Pomodoro di Pachino – spiega ancora Francesco Campisi – si distingue in quattro tipologie: Tondo Liscio (a grappolo o a frutto singolo), Costoluto, Plum e Miniplum (o datterino), Cherry o Ciliegino. Solo chi utilizza il prodotto IGP, come noi, può riportare sull’etichetta il marchio verde rilasciato dal consorzio di tutela ai produttori certificati. Ed è questo stesso bollino ad aiutare i consumatori a scegliere consapevolmente. Anche nel nostro ristorante di pesce a Roma utilizziamo i prodotti Campisi Conserve a base di pomodoro IGP, dando a molte nostre ricette quel tocco in più”.

marchio consorzio di tutela pomodoro di pachino igpI prodotti Campisi Conserve semplificano la vita di molte famiglie. Sono, infatti, nella maggior parte dei casi prodotti già pronti all’uso, come la salsa: si apre la bottiglia, rigorosamente in vetro; si versa in un pentolino, si porta a bollore e… il gioco è fatto; la salsa è pronta per condire un piatto di pasta dal sapore antico, come la sua ricetta.

Curiosità: le origini israeliane del Pomodoro di Pachino

Non tutti sanno che il seme del famosissimo pomodorino di Pachino è stato scoperto in Israele e poi trapiantato in Sicilia. Vi starete domandando com’è possibile che un prodotto tipico italiano abbia origini straniere? La risposta si trova proprio, come detto sopra, nelle caratteristiche uniche del territorio di Pachino.

Infatti, nel 1989 l’azienda sementiera israeliana Hazera introdusse in Sicilia due nuove varietà di pomodori: il ciliegino Naomi e la varietà Rita a grappolo. Il motivo per cui lo fece, citiamo testualmente dal sito del Consorzio di Tutela del pomodoro di Pachino Igp, risiede “nella sintesi di alcuni fattori climatici, quali l’esposizione alla luce solare superiore, acque salmastre di falda e proprietà dei terreni di coltivazione. Un mix che è possibile trovare solo nell’area più meridionale della Sicilia”.

“Uno dei primi agronomi ad occuparsi della coltivazione di questa nuova varietà e, poi, successivamente, ad attivarsi per il suo riconoscimento e la sua tutela, fu proprio Giuseppe Campisi, mio fratello – conclude Francesco – perché per la nostra famiglia i prodotti del nostro territorio sono sempre stati fonte d’ispirazione”.

 

Diritto d’autore:123 RF – Brian Jackson  

Ristorante-Campisi-Roma-sicilia-piatti

Ristorante Campisi

Il ristorante di pesce a Roma che racconta la Sicilia con occhi nuovi, dove ogni ricetta rivisita la tradizione arricchendola di profumi, colori e sfumature in chiave moderna.

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